Commento del Capogruppo PD Micaela Fanelli a conclusione della sessione di Bilancio in Consiglio Regionale.

24 Aprile 2020 0 Di

(PressMoliLaz) Campobasso, 24 apr. Un Defr, una Legge di Stabilità e un Bilancio pluriennale che favoriscono condizioni di ingiustizia e incertezza. Approvati senza ascolto del partenariato e senza raccogliere nessuna delle proposte avanzate fino a tarda notte in Consiglio.

Tre “topolini”, al posto del “bazooka” per la ripresa economica e sociale del Molise, così come il Presidente Toma vorrebbe far credere, il risultato poco edificante di questi tre giorni dedicati alla sessione di Bilancio. Il tutto aggravato da gravi profili di incertezza giuridica che si pongono come una spada di Damocle, in attesa delle decisioni del Tar e di altre vicende che spostano il piano da quello politico a quello del vaglio giurisdizionale e dei controlli, con il rischio reale che vadano invalidati tutti gli atti assunti dal Consiglio Regionale o di altre pendenze e incertezze varie.

Tre documenti contabili tardivi che non si parlano tra di loro, astratti, scoordinati, che non risolvono problemi strutturali (così come segnala la relazione dei Revisori dei Conti, carica di preoccupazioni per gli aspetti contabili) e che non prendono in considerazione l’emergenza sanitaria, sociale ed economica che stiamo vivendo, che aveva, invece, la necessità di essere affrontata con capacità, lungimiranza e coraggio.

Una scommessa, la più importante, persa. Questa la triste e pericolosa verità.

Siamo partiti da un documento di economia e finanza surreale già nella fase pre-covid, una semplice enunciazione di principi. Che sarebbe servito a poco anche in assenza della pandemia.

Dai trasporti al sociale, dall’ambiente ai settori produttivi, il nulla. E per il piano Covid, dei 56 milioni sbandierati da Toma, solo 2 sono da bilancio regionale per fronteggiare l’emergenza virus, gestita malissimo. Tutto il resto, come d’altra parte ammesso dal Governatore, fondi già appostati e solo riprogrammati. Nessuno sforzo in più. Il tutto aggravato dal totale disprezzo nei confronti del Consiglio regionale, chiamato solo a ratificare e mai a programmare, come il mancato accoglimento di qualsiasi proposta delle minoranze fino a tarda notte dimostra.

L’unica, vera, capacità di Toma, quella di sovvertire la legge elettorale in vigore e far deflagrare una pericolosissima crisi istituzionale, nel disperato tentativo di ricomporre una maggioranza inesistente, che ci ha spinto, come Partito Democratico, ad annunciare una doverosa mozione di sfiducia al Presidente, per manifesta incapacità politica, amministrativa e gestionale.

Sanità, economia, scuola, lavoro, imprese, famiglie. Su questi settori strategici, vitali, abbiamo avanzato, per tre giorni, le nostre proposte.

“Chi critica il piano shock è contro il Molise”, la sola, triste e scomposta replica di Toma, che ha tentato di far passare una riprogrammazione di risorse non spese per i ritardi regionali di questi due anni (“Ci dica quali sono tutti i bandi e tutti i soldi erogati?”, la nostra domanda. “Silenzio!”, la sua risposta) come un trionfo. Perché non c’è alcuna visione del futuro e i conti non erano in ordine prima del Covid e non lo sono ora. Come fanno capire i revisori, riprendendo anche le osservazioni della Corte dei Conti sul consuntivo.  E poi minuzie, micro emendamenti burocratici. Basta leggere il maxiemendamento della maggioranza alla legge di stabilità, a sua volta emendato, per capirlo!

Come Gruppo Consiliare del Pd abbiamo tentato, con serietà e responsabilità, di non intralciare strumentalmente i lavori (né in Commissione, né in Consiglio) e di proporre soluzioni perseguibili e condivise, anche con il partenariato, mai ascoltato dalla maggioranza.

Un Piano Straordinario per la gestione Covid-19 in Molise, con misure in favore dei cittadini e delle imprese, una Cabina di Regia per l’Emergenza, la destinazione di tutte le risorse del bilancio regionale a libera destinazione, quelle dalla rinegoziazione dei mutui, quelle delle alienazioni e quelle addizionali da riprogrammare (FSE ed FSC) a sostegno dell’emergenza, dei lavoratori, del sociale, delle scuole, della sanità pubblica, delle famiglie in difficoltà, delle piccole imprese che non ce la fanno più.

Niente di tutto questo è stato preso in considerazione. Mentre si è preferito resuscitare i commissari delle Comunità montane, continuare a favorire gli attuali gestori dei trasporti, aumentare la burocrazia per le aziende, ingessare le casse integrazioni, non risolvere le condizioni di criticità evidenziate dalla Corte dei conti e dai revisori dei conti per migliorare i saldi dell’ente, favorendo così, in modo diffuso, tutte le ingiustizie. Perché’ a fronte dei soliti beneficiati che si arricchiscono, pensiamo ai trasporti, in migliaia si impoveriscono.

Anche le presunte competenze finanziarie di Toma non sono state intraviste, forse perché alle prese con la sua nuova professione, il mago delle alchimie politiche. Né pare le abbia suggerite Tiberio, già consulente economico e ora Assessore. Che sarà dei prestiti obbligazionari regionali con gli indici che cambiano dopo il covid? Che sarà degli introiti delle tasse, con le imprese chiuse? Come tutto questo inciderà sul bilancio? Abbiamo chiesto e ci saremmo aspettati una spiegazione, se non un documento scritto (come la formalità della sessione di bilancio richiederebbe), ma nada!

Per non parlare di qualche idea forte, di visione. Dove questa nuova/vecchia maggioranza vuole dirigere la macchina? Per i due anni trascorsi non ci viene in mente un atto rilevante. Piano trasporti fermo, come quello sociale. Zero pianificazioni di settore. Per non parlare delle leggi di riforma organiche. A tal punto manca la rotta, che in sede di discussione finale, due consiglieri di maggioranza hanno dato interpretazioni totalmente antitetiche del bilancio: chi parlava di straordinaria misura espansiva e chi di un bilancio lacrime e sangue. Non sapendo per quale delle due tesi optare, Toma nelle conclusioni non chiarisce, non risponde e un po’ farnetica. Se riuscite, siete invitati ad ascoltare il suo intervento conclusivo che è ancora disponibile sui social.

Ma torniamo al metodo, alla forma, che è neanche sostanza, questa volta molto rilevante.

Vizi così gravi e lampanti, che mettono dubbio la regolarità stessa degli atti del bilancio pluriennale, dove, con i nostri sette ordini del giorno, abbiamo tentato, fino alla fine, di raddrizzare la rotta di questo Governo regionale che, in questi tre giorni di lavori, ha certificato tutti i suoi limiti e la sua inadeguatezza nel gestire sia l’ordinario che lo straordinario.

Ben venga l’impegno assunto in Aula dal Governatore ad aiutare le famiglie sui fitti universitari dei figli fuori sede e quello di accordare un contributo economico agli operatori sanitari impegnati nella lotta contro il Covid, così come chiesto da due ordini del giorno del Pd, ma è ancora troppo poco e nessuno crede – perché non c’è scritto da nessuna parte nei documenti contabili – che tutte le altre nostre proposte siano state già soddisfatte nel Bilancio votato ieri a tarda notte, così come il Presidente continuava a ripetere. Scuola, fascia 0/6 anni, confidi, accelerazione Cig, turismo, agricoltura, edilizia, pagamenti fornitori e imprese…decine e decine di proposte puntuali, su cui abbiamo incassato un ‘le facciamo, le faremo’ che per ora è una promessa. Speriamo diventino fatti. Da due anni non ce ne sono. E dall’inizio della crisi, parimenti.

Era necessario, ora, un cambio di marcia per la Regione Molise ed avevamo offerto tutta la nostra disponibilità. Ma purtroppo, non c’è stata né la volontà, né, soprattutto, la capacità di volerlo e di realizzarlo.