Regione: surroga assessori, il consiglio dei Ministri dichiara illegittima la manovra di Toma. Sempre piu aperti “i conti politici” al Consiglio regionale del Molise
26 Giugno 2020(PressMoliLaz.) Roma, 26 Giu. Si fa ancora più ingarbugliata la tenuta politica in seno al consiglio regionale. Alle diatribe interne della maggioranza di questi giorni per effetto della nomina del quarto assessore in Giunta, ci si aggiunge da oggi anche l’altra, non meno rilevante problematica, dell’ eliminazione delle surroghe per i consiglieri partorita da Toma e suoi sodali due mesi fa. Quella cioè di mandare a casa i quattro consiglieri entrati per effetto della sostituzione di altrettanti consiglieri divenuti Assessori. Infatti il Consiglio dei Ministri nella riunione di ieri,ha rilevato problemi di legittimità della legge di stabilità 2020 della Regione Molise.
Il problema è relativo agli articoli specifici impugnati dal Governo centrale sulla surroga dei consiglieri subentrati agli Assessori eletti facendo prendere a breve dal Governatore Toma il serio impegno di abrogare gli articoli in Consiglio regionale. Questo per superare gli evidenti profili di incostituzionalità.
La reazione di Massimilano Scarabeo (uno dei consiglieri che ha subìto l’ingiustizia) è inevitabilmente giunta in redazione: Il Consiglio dei Ministri in virtù di una comunicazione fatta alla Regione Molise e quindi al presidente Toma, ha preannunciato l’impugnativa della legge n. 1 della Regione Molise del 30/04/2020, la cosiddetta “legge di stabilità regionale 2020”, in quanto l’articolo 12, comma 5, lettera a), contrasta con i commi 1 e 2 dell’articolo 18 della legge n. 157 del 1992.
Ciò fa scaturire l’impegno (già preso) dal Presidente Toma col Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, di rivedere la norma e quindi annullare la retroattività del dispositivo legislativo stesso, facendo decadere automaticamente gli articoli che prevedono l’eliminazione delle surroghe a legislatura in corso. I riferiti articoli e commi sono stati indicati chiaramente incostituzionali in quanto le norme non possono essere mai applicate retroattivamente.