Cerca e cavatura del tartufo Patrimonio Unesco Macchiagodena (Città del Tartufo) al settimo cielo

18 Dicembre 2021 0 Di

(PressMoliLaz) Isernia, 18 dic 21 Cerca e cavatura del tartufo Patrimonio Unesco, l’entusiasmo di tutta Macchiagodena. L’elemento “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” è stato riconosciuto Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità nel 2021. La notizia, resa pubblica il 16 dicembre 2021, ha suscitato una immensa soddisfazione nei macchiagodenesi. Macchiagodena è Comune presente nell’Associazione Nazionale Città del Tartufo.

Il territorio, ricco di boschi, accoglie anche la preziosa presenza del tartufo: il bianco e lo scorzone nero. Macchiagodena mantiene le identità gastronomiche e culturali legate sia alla pastorizia sia a prodotti di eccellenza proprio come il tartufo. Questa delizia del sottobosco è da sempre protagonista dei piatti della tradizione, ma anche ingrediente per arricchire diverse specialità locali: lo si trova in salumi e formaggi. Gustosissime anche le tagliatelle e la polenta al tartufo.

«Il fatto che la “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” sia ufficialmente iscritta nella lista Unesco del Patrimonio culturale immateriale regala tanta felicità a me e a tutta la mia Comunità – ha dichiarato Giovanni Barile, consigliere comunale delegato, dopo avere appreso della notizia -. Ci tengo a ringraziare l’Associazione Nazionale Città del Tartufo, voglio aggiungere che il tartufo qui da noi è stato scoperto nei primi anni ’70. Macchiagodena è stato uno dei primi comuni molisani in cui è iniziata la cavatura, in quegli anni, però, non c’era troppo mercato. Poi, piano piano, sono arrivati i primi ricercatori dal Nord per raccogliere il tartufo a Macchiagodena. Quindi, anche noi molisani ci siamo attrezzati con cani specializzati e abbiamo percorso la nostra strada per uno sviluppo del territorio intorno a un prodotto veramente esclusivo e prelibato. Il tartufo bianco nostro è di qualità straordinaria. Il pronunciamento del Comitato intergovernativo Unesco conferma che tutto ciò che ruota intorno al tartufo è territorio, è gente, è tradizione, è cultura, è impresa».

La “Cerca e cavatura del tartufo” è costituita da un insieme di conoscenze e pratiche tradizionali trasmesse oralmente di generazione in generazione e ancora ampiamente diffuse sia a Macchiagodena sia altri territori d’Italia. I tartufai, i cacciatori di tartufi, di solito vivono in aree rurali o proprio in piccoli paesi.

La caccia al tartufo vera e propria consiste nell’identificazione delle aree in cui si trova la pianta dalle cui radici cresce il fungo sotterraneo chiamato tartufo. Questa fase è realizzata con un cane addestrato. I cacciatori utilizzano poi una paletta speciale che consente di estrarre i tartufi senza danneggiare il terreno circostante. Per sapere trovare il tartufo è necessario disporre di un’ampia gamma di capacità e conoscenze su clima, ambiente e vegetazione, connesse alla gestione di ecosistemi naturali e al rapporto tra il cane e il cacciatore di tartufi.

L’Associazione Nazionale Città del Tartufo – Presidente Michele Boscagli

È nata ad Alba nel 1990 e oggi conta circa 50 iscritti. La storia associativa rivela come le ‘Città’ siano riuscite a sintetizzare tre vocazioni, inizialmente differenziate: produzione del tartufo, commercializzazione e promozione turistica a esso collegata, rendendo sinergico lo sviluppo del territorio e consolidando un rapporto di qualità con il consumatore. Precursori di tendenze, prima che il marketing territoriale si imponesse come metodo e strumento di promozione e comunicazione per lo sviluppo di aree vaste, attraverso la valorizzazione delle peculiarità ambientali, storiche, architettoniche, culturali ed enogastronomiche dei territori, le Città del Tartufo si erano già associate per raggiungere questo obiettivo, che si rinnova di anno in anno.

Alla luce di queste ambiziose finalità, tra le iniziative promosse dall’Associazione, risaltano l’istituzione del marchio di qualità ‘Ristorante Amico del Tartufo’, la partecipazione a EXPO 2015 di Milano e la richiesta all’UNESCO del riconoscimento della Cultura del Tartufo come patrimonio immateriale dell’Umanità.

Al Tartufo, protagonista d’eccellenza, ma non unico delle Città, è oggi dedicata una via che unisce il Piemonte alla Campania, con la concreta possibilità di spingersi anche più a sud.