I venafrani chiudono l‘anno … andando “ p’sciusc’ ”, il saporitissimo rustico casareccio Secondo antica tradizione comitive di giovani itineranti chiederanno quest’oggi n musica e canti anche bottiglie di frizzante rosso locale per brindare, tessendo lodi e meriti dei compaesani raggiunti nelle loro case

1 Gennaio 2023 0 Di

(PressMoliLaz) Venafro (IS), 01 gen 23 “ Sciusc’ e p’ sciusc’, raccie’ quatt’ sciusc’ ca’ ulemm’ i’ cantann’ … E se i sciusc’ non avete, ci calate una bottiglia all’onor della famiglia … , raccie’ i sciusc’ in quantità ! Sciusc’puatrò ! “. Così, in stretto dialetto venafrano, la ritmica canzoncina di fine anno -appunto ” Sciusc’ e p’ sciusc’ ” – che comitive di giovani venafrani suoneranno e canteranno in coro e senza risparmiarsi per ore dal primo pomeriggio e sino alle prime ombre della sera sulle piazze, lungo le strade, nei vicoli e negli spiazzi del centro storico per portare ovunque il tipico e tradizionale saluto beneaugurante di fine anno e ricevere in dono qualche bottiglia di vino e soprattutto il saporitissimo rustico paesano – i sciusc’ -, frutto delle sapienti mani delle casalinghe venafrane che ben volentieri ne realizzano per le loro famiglie ma anche per offrirli a quanti quest’oggi andranno in giro per augurare buon anno nuovo, tessendo lodi e meriti delle famiglie prescelte. Si canterà stando in strada o sul pianerottolo di casa, si elencheranno meriti e pregi delle persone raggiunte ed in particolare del capofamiglia, si augureranno loro fortune infinite e finalmente a quel punto si spalancherà la porta di casa perché si entri.”

I sciusc’” staranno ovviamente in tutta evidenza in un’ampia cesta di vimini sul tavolo in cucina perché se ne mangi a sazietà, brindando tra sorrisi ed abbracci con un buon bicchiere del rosso della terra venafrana. E i brindisi si ripeteranno senza soluzione di continuità, così come le degustazioni dei saporitissimi “ sciusc’ ”, che la padrona di casa amerà regalare agli ospiti che li riporranno nel sacco di juta in spalla perché ne gustino ulteriormente nelle ore a seguire. E tutto questo per l’intero pomeriggio prima di rientrare per il cenone di fine anno, non senza aver prima equamente diviso quanto raccolto e ricevuto, come si conviene tra amici. Già,” i sciusc’ “ del pomeriggio di San Silvestro a Venafro … Ma esattamente di cosa si tratta ? Niente di particolarmente difficile a farsi, ma buonissimo, assai saporito e fragrante al massimo ! E’ un biscotto rustico della cucina contadina venafrana, i cui ingredienti sono assolutamente naturali ed essenziali, alla pari della procedura per ottenerli.

Le fasi della tipica lavorazione de “ sciusci’ ” : si mette a bollire acqua con bucce di arance, mandarini e rami di rosmarino in un ampio recipiente, quindi si filtra la stessa acqua impastandola con lievito e farina, sbattendo alquanto l’impasto prima di lasciarlo lievitare. A quel punto, e mentre in un tegame è stato messo abbondante olio di oliva a bollire, si prendono pezzi dell’impasto lievitato, si da loro la forma circolare di biscotto e s’immergono nell’olio perché friggano, badando a che non attacchino. Per evitare questo, si gira ” i sciusc’ “ con un rametto di ulivo affinché prenda la forma tipica ! A quel punto … via alla saporitissima degustazione, un rito cui nessun venafrano -piccolo o grande, uomo o donna, giovane o adulto- intende assolutamente sottrarsi, tanto è gradevole e saporito “ i sciusc’ “ paesano ! Ed allora buon appetito e buon anno a tutti !