
Giorno Memoria: genocidio di rom e sinti ricordato a Isernia Cinque campi in Molise, quello porrajimos ad Agnone
27 Gennaio 2025
(PressMoliLaz) Isernia, 27 Gen 25 Porrajmos e Samudaripen sono i due termini della lingua romanès per ricordare ciò che accadde ai rom, sinti e camminanti nei campi di sterminio dei nazisti, e dei loro alleati, durante la seconda guerra mondiale.
La traduzione letterale del primo termine è “grande divoramento”, del secondo è “tutti uccisi”.
L’Associazione Rom in Progress ha incontrato i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grando di Isernia per una ‘lezione’ su una pagina di Storia ancora poco conosciuta.
Nell’Aula Magna del ‘Mattei’ la presidente dell’associazione, Sara Cetty, con l’ausilio di esperti relatori ha raccontato cosa accade il 2 agosto 1944 nello “Zigeunerlager” del campo di Auschwitz-Birkenau: “furono uccise nelle camere a gas 4000 persone, soprattutto donne e bambini. Facevano parte delle migliaia di rom e sinti deportati ad Auschwitz”.
Tra i relatori anche lo scrittore e storico molisano Francesco Paolo Tanzj che ha condotto una ricerca sui campi di internamento in regione: “Erano cinque – ha detto – Boiano (Campobasso), Casacalenda (Campobasso), Vinchiaturo (Campobasso), Isernia e Agnone (Isernia). Proprio in Agnone, nel convento di San Berardino, erano internati rom e sinti che furono trasferiti, nel ’41, dal campo di Boiano e furono liberati nel ’43 dopo l’armistizio. Uno studio che ci ha consentito di riscoprire eventi che prima non venivano ricordati”.
La presidente dell’Associazione Rom in Progress ha voluto chiudere i lavori con un messaggio rivolto agli studenti: “Ricordare il genocidio dei Rom e Sinti non è solo un dovere storico, ma anche un atto di responsabilità verso il futuro. La discriminazione nasce dall’ignoranza, e il nostro compito è educare i giovani al rispetto e alla consapevolezza, affinché tragedie simili non si ripetano mai più. Questo evento rappresenta un momento cruciale per combattere i pregiudizi ancora presenti e diffondere un messaggio di uguaglianza e solidarietà. Solo attraverso la memoria possiamo costruire una società che riconosca la dignità di ogni essere umano e impari dagli errori del passato”.