
Si possono tenere gli animali all’interno del condominio? La presenza di animali domestici all'interno dei condomini è una questione frequentemente oggetto di controversie tra vicini
5 Maggio 2025
(PressMoliLaz) 05 Mag 25 L’art. 1138, comma 5, c.c., introdotto dalla riforma del condominio del 2012 (Legge 220/2012), stabilisce che il regolamento condominiale non può vietare la detenzione di animali domestici nelle singole unità abitative. Ciò significa che un regolamento contrattuale non può imporre un divieto generalizzato di possedere animali da compagnia, in quanto ciò inciderebbe sul diritto di proprietà del singolo condomino.
Tuttavia, tale disposizione si applica esclusivamente ai regolamenti condominiali di origine assembleare. Se il regolamento è di natura contrattuale (cioè approvato all’unanimità o predisposto dall’originario costruttore e accettato all’acquisto), può contenere limiti alla detenzione di animali, poiché essi rientrano nei patti liberamente sottoscritti tra le parti.
Sebbene il diritto di possedere animali domestici sia riconosciuto, il proprietario è tenuto a rispettare alcune regole per garantire la convivenza pacifica nel condominio. Tra i principali obblighi si segnalano:
• Rumori molesti: il proprietario deve evitare che l’animale arrechi disturbo, ad esempio con latrati continui o altri rumori eccessivi. In caso di disturbo prolungato e significativo, i vicini possono agire ai sensi dell’art. 844 c.c., che disciplina le immissioni intollerabili.
• Igiene e sicurezza: il condominio può prevedere norme per l’utilizzo degli spazi comuni, imponendo ad esempio l’uso del guinzaglio e della museruola per i cani nei corridoi, ascensori e cortili, o regole sulla raccolta delle deiezioni.
• Danni a cose o persone: il proprietario è responsabile per eventuali danni causati dall’animale, ai sensi dell’art. 2052 c.c., che prevede una responsabilità oggettiva a carico del detentore dell’animale, salvo prova del caso fortuito.
Uno dei punti di maggiore conflittualità riguarda l’accesso degli animali alle parti comuni dell’edificio, come giardini, cortili e androni. Il regolamento può stabilire limiti all’uso di tali spazi, ma non può vietarne del tutto l’accesso agli animali domestici se ciò limiterebbe in modo eccessivo il diritto di proprietà del condomino.
Le liti condominiali legate alla presenza di animali domestici possono sfociare in contenziosi giudiziari, ma è consigliabile cercare una soluzione conciliativa prima di arrivare in tribunale. Tra gli strumenti a disposizione vi sono:
• Mediazione condominiale: il D.Lgs. 28/2010 ha reso obbligatoria la mediazione per le controversie condominiali, offrendo una via alternativa al contenzioso giudiziario.
• Azione legale: nei casi più gravi, i condomini possono agire in giudizio per far cessare il comportamento lesivo, chiedendo il risarcimento del danno se vi sono elementi concreti di pregiudizio.
Il diritto a possedere animali domestici in condominio è tutelato dalla legge, ma deve essere esercitato nel rispetto delle regole di civile convivenza. La chiave per evitare conflitti risiede nell’equilibrio tra i diritti individuali e le esigenze della collettività condominiale, favorendo sempre il dialogo e il buon senso.