Isernia, inondazioni di autovelox autorizzati dal Prefetto: il PCL lo attacca e chiede l’annullamento del Decreto! Chiede anche la pubblicazione integrale delle note tecniche di Anas, Polizia Stradale e Comuni richiamate nel Decreto ma mai rese note

18 Maggio 2025 0 Di

 

(PressMoliLaz.) -V.G. – Isernia 18 Mag. 25   Il Partito Comunista dei Lavoratori  attraverso un suo comunicato stampa, denuncia la mancanza di motivazioni, dubbi su omologazioni degli autovelox  e sanzioni potenzialmente illegittime. “Strumenti di cassa più che di sicurezza”, riferisce il coordinatore del Partito

Dunque uno scontro aperto tra il Partito Comunista dei Lavoratori – Molise (PCL) e il Prefetto  di Isernia Giuseppe Montella sull’installazione di ben 27 autovelox lungo le strade provinciali. Il partito, guidato dal coordinatore regionale Tiziano Di Clemente, ha depositato il 18 maggio un’istanza formale di annullamento del decreto che ha autorizzato la misura, denunciandone l’illegittimità e l’assenza di motivazioni concrete.

Secondo il PCL, il provvedimento – reso pubblico solo il 23 aprile 2025, quasi un mese dopo la firma del 29 marzo – risulta “ictu oculi spropositato” rispetto alle reali esigenze di sicurezza stradale e, sarebbe privo dei dati oggettivi richiesti dal Codice della Strada, come tassi di incidentalità o caratteristiche tecniche delle strade interessate.

“Strade insicure, ma si preferisce fare cassa con strumenti poco chiari”

“La sicurezza stradale che rivendichiamo – dichiara il PCL – è quella che interviene sulle cause reali di pericolo, come accessi abusivi, manti stradali dissestati, gallerie non a norma o tracciati tortuosi. Invece si sceglie la scorciatoia repressiva degli autovelox, quasi tutti senza l’obbligatoria omologazione, (e per questo bocciati dalle ripetute sentenze della Cassazione – n.d.r. – ) usati come strumento di cassa da Enti Locali in difficoltà finanziaria e gestiti da aziende private con interessi economici diretti.”

Il partito accusa l’operazione di rappresentare un nuovo balzello sulle classi popolari, già colpite duramente da quello che definisce “l’impianto antisociale del governo attuale”.

“Le richieste alla Prefettura”

Nell’istanza, il PCL chiede:

  1. L’annullamento in autotutela del Decreto prefettizio, ai sensi dell’art. 21-nonies della legge 241/1990, per inesistenza o carenza di motivazione.
  2. La pubblicazione integrale delle note tecniche di ANAS, Polizia Stradale e Comuni richiamate nel Decreto ma mai rese note, in virtù del diritto di accesso civico (D.lgs 33/2013).
  3. La verifica e pubblicazione delle omologazioni degli autovelox. L’immediata  disattivazione  degli stessi qualora  ne siano privi
  4. Chiarimenti su eventuali multe illegittimamente emesse da postazioni mobili prive di autorizzazione prefettizia tra l’11 aprile 2024 (data del decreto MIT che ha imposto il requisito) e il 23 aprile 2025 (data di pubblicazione del provvedimento oggi contestato).

“Il precedente giurisprudenziale”

A rafforzare le critiche, il PCL cita anche la recente Ordinanza n. 1332/2025 della Corte di Cassazione, che ha stabilito la nullità delle sanzioni emesse da dispositivi non omologati, riconoscendo che l’omologazione “certifica la legalità e precisione della rilevazione, tutelando i diritti dei cittadini”.

“Una questione politica e sociale”

Non si tratta solo di un ricorso amministrativo, ma anche di una denuncia politica. “Non si investe sulla sicurezza reale – conclude il PCL – ma si colpiscono ancora una volta i lavoratori e le fasce popolari con dispositivi pensati più per fare cassa che per prevenire gli incidenti”.

Il caso è destinato ad alimentare il dibattito pubblico e potrebbe continuare ad aprire la strada a ricorsi individuali o class action da parte dei cittadini colpiti da sanzioni ritenute ingiuste. La palla ora passa alla Prefettura che dovrà secondo normative di legge rispondere al PCL ed ai cittadini.