Isernia, vergogna in Consiglio Comunale: il Presidente Sardelli insulta i giornalisti, il Sindaco Castrataro e la maggioranza tacciono e applaudono.

1 Giugno 2025 0 Di

 

(PressMoliLaz.) -V.G.- Isernia, 31 Mag. 25   Quanto accaduto durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale di Isernia è indegno di una città civile. Un Presidente del Consiglio, Sergio Sardelli, che insulta pubblicamente i giornalisti, insinuando che siano servi di parte, strumenti propagandistici “al servizio del centrodestra”; un Sindaco, Piero Castrataro, incapace anche solo di aprire bocca per prendere le distanze da dichiarazioni ignobili; una maggioranza comunale che, invece di indignarsi, applaude compiaciuta.

Siamo di fronte a un cortocircuito istituzionale e politico che dovrebbe far vergognare chiunque occupi uno scranno nell’aula di Palazzo San Francesco. Sardelli, invece di garantire il rispetto delle regole e della democrazia, si è lasciato andare a frasi deliranti e offensive, accusando i giornalisti presenti di essere asserviti, di “mettere a disposizione le telecamere”, di agire per interessi politici. Parole indegne, pronunciate con disprezzo, che denotano non solo ignoranza del ruolo della stampa, ma anche un pericoloso disprezzo per le basi stesse della convivenza democratica.

Testualmente, queste le frasi pronunciate dal Presidente del Consiglio  al momento della cacciata dall’aula di un consigliere di minoranza:

«Ci sono le telecamere, si rivolga alle telecamere, c’è la sua stampa, è quello che voleva ottenere»
«Ci sono le telecamere a cui aspirava di parlare»
«Il favore delle telecamere lo ha ottenuto. Adesso la intervistano, ecco qui in aula le telecamere al servizio del centrodestra che governa la Regione»

A fronte di queste gravi affermazioni, un giornalista presente in aula ha anche protestato a voce alta, chiedendo con fermezza che il Presidente Sardelli chiarisse immediatamente il significato di quelle frasi pesanti, insinuanti, gravemente offensive per tutta la categoria. Ma anche quella richiesta è caduta nel vuoto, ignorata da tutti coloro che avrebbero dovuto invece prendere le distanze e magari porgere scuse.

Il Sindaco Castrataro? Muto. Immobile. Complice. Nessuna parola, nessuna presa di posizione, nessuna difesa della libertà di stampa. I consiglieri di maggioranza? Alcuni hanno persino applaudito, come in un triste teatrino autoritario dove chi controlla l’informazione è da attaccare, e chi prova a difendere i principi costituzionali viene deriso o ignorato.

L’unico barlume di lucidità è arrivato  dall’assessora Del Bianco, che ha provato – invano – ad avvicinarsi al Presidente Sardella per invitarlo a correggere le sue parole e  le sue gravi affermazioni. È stata ignorata. Come è stata ignorata la dignità della stampa locale, che ogni giorno lavora con serietà, sacrificio e senso del dovere.

Censurabile anche il comportamento dell’opposizione, che fino ad ora non ha espresso alcuna solidarietà ai giornalisti insultati, né ha preso le distanze dall’accaduto. Come se la libertà di stampa fosse un dettaglio, non un principio costituzionale.

L’Ordine dei Giornalisti del Molise con una colorita nota, (cfr. Nota Odg Molise) ha giustamente richiesto le scuse ufficiali di Sardelli  e una smentita formale delle sue affermazioni. Ma ciò che servirebbe davvero, oggi, è un atto di responsabilità politica. Le dimissioni di Sardelli, in primis, perché non è degno del ruolo che ricopre. Ma anche una presa di coscienza da parte di tutti coloro che, con il silenzio o con l’applauso, si sono resi complici di un attacco inaccettabile alla libertà di informazione.

Chi non è in grado di distinguere tra libera cronaca e propaganda politica, non è all’altezza di rappresentare una comunità democratica.

Isernia merita di più. Merita istituzioni degne, rispettose, serie. Non comparse in un teatrino decadente dove la democrazia viene sbeffeggiata. Il silenzio complice e trasversale di chi dovrebbe difendere i principi democratici è il dato più inquietante di tutta questa vicenda.

E se non arriverà una condanna chiara, pubblica, unanime, allora sarà evidente che il problema non è solo Sardella. Il problema è un intero sistema politico locale che ha smarrito il senso della decenza.