Isernia, il presidente del Consiglio comunale Sergio Sardelli attacca la stampa. L’opposizione: “Grave, si dimetta”

2 Giugno 2025 0 Di

 

(PressMoliLaz.) Isernia, 02 Giu. 25    Bufera in Consiglio comunale. Il presidente Sergio Sardelli  nell’occhio del ciclone,   per le pesanti accuse rivolte ai giornalisti molisani, accusati di non svolgere correttamente il proprio lavoro. Parole che hanno suscitato sdegno e indignazione, non solo tra i cronisti, ma  anche tra i consiglieri di opposizione, che parlano di “offese gratuite e inaccettabili”.

“Al contrario di quanto affermato da Sardelli – scrivono in una nota– i giornalisti locali hanno sempre dimostrato equilibrio, professionalità e indipendenza, non essendo mai stati asserviti a nessuno. Le parole del Presidente sono lesive, offensive e del tutto fuori luogo, soprattutto perché pronunciate da chi ricopre un ruolo istituzionale che richiederebbe ben altro atteggiamento”.

Ma gli attacchi alla stampa non sono che l’ultimo episodio. L’opposizione accusa Sardelli di aver trasformato il Consiglio comunale in un terreno di scontro personale. “Non è la prima volta che il Presidente si distingue per comportamenti arroganti, prevaricatori e faziosi. Da tempo ha smesso di essere una figura super partes, rendendo l’Aula un luogo ostile per chiunque non si allinei”.

I consiglieri oltre alla stampa, esprimono anche piena solidarietà al collega Cesare Pietrangelo, al quale sarebbe stato impedito di esercitare pienamente il suo mandato consiliare. “Un fatto gravissimo – commentano – che conferma la deriva autoritaria della gestione Sardelli”.

Per queste ragioni, le opposizioni chiedono a gran voce le dimissioni del Presidente del Consiglio comunale. “Ha dimostrato di non essere all’altezza del ruolo. Le istituzioni meritano rispetto, imparzialità e senso democratico. Elementi che, purtroppo, in Sardelli non troviamo più”.

Un clima sempre più teso, dunque, a Palazzo San Francesco, dove a farne le spese non è solo il dibattito politico, ma anche la credibilità delle istituzioni. E ora la palla passa alla maggioranza: continuerà a coprire chi offende giornalisti e ostacola il confronto democratico?