Sanità in crisi: continua la fuga di medici dagli ospedali del Molise Otto professionisti lasciano la provincia di Isernia: il grido d’allarme del dottor Fabrizio Pastena (Omceo)

30 Giugno 2025 0 Di

 

(PressMoliLaz.) – V.G. –  Isernia, 30 Giu. 25   È una vera e propria emorragia quella che sta colpendo il sistema sanitario molisano. Nelle prossime ore, ben otto medici lasceranno le corsie degli ospedali della provincia di Isernia, aggravando una situazione ormai al limite del collasso. Al “Veneziale” di Isernia due professionisti abbandoneranno il reparto di Medicina, altri due usciranno dal reparto di Rianimazione, due ancora lasceranno il Pronto Soccorso. A Agnone, infine, due medici se ne andranno dal reparto di Medicina.

Una crisi che assume i contorni dell’allarme rosso, come denuncia il dottor Fabrizio Pastena, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Isernia e dirigente del reparto di Chirurgia dell’ospedale Veneziale. «I nostri ospedali – afferma – non sono più attrattivi né per i pazienti né per il personale. È drammatico pensare che i medici in partenza siano soprattutto giovani, spesso formatisi proprio in Molise con investimenti rilevanti, sia economici sia umani, da parte del nostro sistema sanitario».

Il dato sulla mobilità passiva è eloquente: oltre il 40% dei pazienti molisani sceglie strutture fuori regione anche per semplici interventi di piccola chirurgia, come la rimozione di un nevo. «Se se ne vanno i giovani – continua Pastena – rinunciamo al futuro e non garantiamo alcuna continuità professionale nei reparti. Molti colleghi rimasti sono ormai prossimi alla pensione e non possono reggere da soli un sistema in crisi».

Secondo Pastena, serve un’inversione di rotta immediata: «Il medico ospedaliero è un professionista che vive la sanità in prima linea. Per questo è fondamentale valorizzare chi è rimasto e consolidare le competenze già presenti. Prima di sognare robot e tecnologia futuristica, serve rafforzare le basi, aumentare il senso di appartenenza al territorio e creare condizioni dignitose per chi decide di restare».

Il messaggio del vicepresidente dell’Omceo è chiaro: valorizzare i medici vuol dire anche rispettare i pazienti, che ancora credono nel servizio pubblico, seppur sempre più in affanno. «Il diritto alla salute – conclude – si tutela sostenendo il lavoro dei nostri medici, mettendo in condizione i più esperti di trasmettere il proprio sapere ai più giovani. Continuare a svendere la sanità pubblica dietro il paravento della “mancanza di personale” non è più accettabile. Bisogna agire ora. Domani potrebbe essere troppo tardi».

Una dichiarazione forte, quella del dottor Pastena, che si unisce al grido di tanti operatori sanitari e cittadini ormai sfiduciati. Il tempo delle parole è finito: serve un intervento strutturale, concreto, immediato.

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