Multa di 5 milioni dell’ Antitrust a Poste italiane I portalettere depositavano nelle cassette postale gli avvisi A/R senza avvisare i destinatari sebbene presenti a casa

16 Settembre 2020 0 Di

(PressMoliLaz.) Roma, 16 Set. 20  Ce ne siamo occupati anche noi di questa testata mesi fa. Su segnalazione di molti cittadini, riportammo  e segnalammo l’uso  irrituale (anche in Molise) della consegna degli avvisi di raccomandate A/R  nelle cassette postale degli utenti pur sapendoli presenti  a casa. Costringendo  cosi gli stessi a recarsi esclusivamente agli sportelli degli uffici postali nonostante si fosse tra l’altro in pieno Covid. Ebbene questo comportamento (insieme ad altri),  è stato  sanzionato pesantemente  dall’ AGCOM. E’ infatti di 5 milioni di euro, il massimo consentito dalla legge, la multa che l’Antitrust ha deciso di infliggere a Poste italiane, “per aver adottato una pratica commerciale scorretta in violazione del Codice del Consumo, consistente nella promozione, risultata ingannevole, di caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate e del servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate”. Secondo l’Autorità il gruppo, che ha un fatturato per il 2019 di 3,492 miliardi di euro, con la sua condotta e la mancata consegna delle raccomandate ha danneggiato, oltre ai consumatori, anche il “sistema giustizia del Paese per i ritardi dovuti ad errate notifiche nell’espletamento dei processi, soprattutto quelli penali, con conseguente prescrizione di numerosi reati”. Per Poste italiane sono “inaccettabili i contenuti del comunicato” dell’Autorità Antitrust, ed è “sconcertante il riferimento ai gravi danni al sistema Giustizia del Paese”. Il gruppo poi annuncia che   “tutelerà, con fiducia  , la propria immagine e reputazione, i propri diritti e la correttezza delle proprie condotte” con un ricorso al Tar. Seguiremo e vedremo come andrà a finire.

I punti addebitati a Poste italiane:

1) )  I reclami dei consumatori

L’Antitrust parla  di “numerosissimi” reclami dei consumatori che hanno segnalato il mancato tentativo di consegna delle raccomandate, anche quando avevano la certezza di essere stati presenti nella propria abitazione (ad esempio nel caso di persone costrette a casa in quanto portatrici di handicap o per l’emergenza sanitaria durante il lockdown). La conseguenza di questi comportamenti, in relazione ai quali Poste Italiane non ha adottato le dovute misure di controllo e correttive, provoca, secondo il Garante, “un inammissibile onere a carico dei consumatori costretti a lunghe perdite di tempo e di denaro per poter ritirare le raccomandate non diligentemente consegnate”.

2) L’uso dell’avviso di giacenza

In particolare, l’Autorità ha accertato che il tentativo di recapito delle raccomandate “non viene sempre esperito con la tempistica e la certezza enfatizzate nei messaggi pubblicitari, venendo, peraltro, frequentemente effettuato con modalità diverse da quelle prescritte dalla legge. Infatti, Poste Italiane talvolta utilizza per comodità il deposito dell’avviso di giacenza della raccomandata nella cassetta postale anche quando sarebbe stato possibile consegnarla nelle mani del destinatario”.

3) Il Ritiro Digitale delle raccomandate

L’Autorità ha anche accertato omissioni informative nei messaggi pubblicitari di promozione del servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate, in quanto non viene chiarito che tale servizio è utilizzabile per i soli invii originati digitalmente. Data “l’estrema gravità e frequenza della pratica ed i notevolissimi danni arrecati ai consumatori”, la sanzione è stata irrogata nella misura massima. “Tuttavia – spiega ancora l’Autorità – la medesima non risulta deterrente in rapporto al fatturato specifico generato da Poste Italiane nel solo anno 2019 pari a 3,492 miliardi di euro. Al riguardo, non è stata ancora recepita nell’ordinamento nazionale la Direttiva Europea 2019/2161 che fissa il massimo edittale della sanzione irrogabile al 4% del fatturato annuo”.