Il presidente Uncem Lazio su nuova legislazione Comunità Montane Bellucci, Uncem Lazio: “Soddisfazione per operatività commissari delle Comunità Montane”

1 Maggio 2019 0 Di

(PressMoliLaz) Roma, 01 mag. Lo afferma Achille Bellucci, presidente di Uncem Lazio: ”Esprimo grande soddisfazione per l’introduzione nella normativa regionale di riforma delle Comunità Montane dell’emendamento che apre una nuova fase per la quale i Commissari Straordinari avranno l’ufficialità normativa per operare finalmente alla trasformazione delle Comunità Montane in Unione dei Comuni Montani. Soddisfazione doppia perché, secondo le modifiche apportate in questi giorni, nelle more di questo incarico è nostro compito continuare a fornire servizi e funzioni per le zone montane. Inoltre  la nostra organizzazione, l’Uncem, è molto impegnata su questi temi: non pochi sono stati i nostri interventi, le nostre proposte e la nostra costante collaborazione con la Regione Lazio nel gravoso compito di affrontare questa riforma assai complessa e delicata. Confido, comunque, che nella nuova normativa il meglio dell’esperienza delle Comunità Montane venga conservato, riformulato e rilanciato, sotto l’attenzione e l’impulso della Regione Lazio. A tal fine attendiamo con fiducia i risultati del tavolo tecnico/politico che entro il prossimo mese di giugno dovrà ridisegnare gli Enti Locali nel TUEL e che dovrà, in osservanza dell’Art.44 della Costituzione, fornire un’adeguata governance alle Unioni dei Comuni Montani o come si chiameranno. Lo sostengo poiché è auspicabile l’innovazione sull’assetto delle Unioni di Comuni che, palesemente, non ha funzionato a dovere. E’ indispensabile continuare a mantenere alta l’attenzione su questi temi ed evitare ulteriori ritardi poiché com’è noto e facilmente riscontrabile in qualsiasi statistica, rilanciare una efficace e rinnovata governance dei borghi e paesi fino a 5000 abitanti, soprattutto quelli montani che scontano difficoltà ulteriori rispetto a tutti gli altri, oltre ad essere quelli più numerosi, è ormai un imperativo categorico. Spopolamento e abbandono sono un costo enorme per il nostro Paese, una diseconomia gravissima, oltre a rappresentare la demolizione di una ricchezza enorme sotto il profilo culturale, storico e paesaggistico”.