A Venafro 130° delle “Quattro Cannelle”, storica fonte pubblica

4 Maggio 2023 0 Di

 

 

 

di Redazione

(PressMoliLaz) Venafro (IS), 04 mag 23 Ci sono ricorrenze che assolutamente non possono passare inosservate, in silenzio. Ne va della storia, della tradizione e della cultura cittadine, dal che l’impegno sociale di attivarsi per celebrare e ricordare. E’ il caso del 130° de “Le Quattro Cannelle” di Venafro, realizzate nel 1893 e di cui ricorre quest’anno il centotrentesimo della realizzazione. A idearle e costruirle in pietra bianca locale lungo Via Falca al Quartiere Ciaraffella, ovest dell’abitato, furono i venafrani di fine ottocento perché la città fruisse di abbondanza, fragranza e qualità delle magnifiche e salutari acque sorgive cittadine, mancando all’epoca acqua corrente nelle case. E “Le Quattro Cannelle” assolsero egregiamente il compito loro assegnato, dissetando e risolvendo i problemi idrici nelle abitazioni del centro storico venafrano.

Indimenticabili tra l’altro le suggestive tine di rame ricolme d’acqua che le giovani venafrane poggiandole sulla testa portavano nelle loro case, fermandosi lungo la strada di rientro con le stesse tine in testa ricolme di 10/15 litri d‘acqua a fare la “mezz’ora”, a parlare cioè coi loro innamorati.

Nel corso dei decenni trascorsi c’era anche chi tramite tali acque tirava a nuovo lucidandoli gli utensili di rame delle abitazioni private, chi al mattino presto vi si andava a lavare con tanto di sapone ed asciugamano e chi vi si approvvigionava -gli storici “acquaioli” del tempo- per portare acqua nelle case private, campando con tale continuativa attività. Ma soprattutto “Le Quattro Cannelle” da un secolo ed oltre forniscono acqua sorgiva alla città, risorsa che sgorga copiosa dal sottosuolo venafrano. Fonte cioè carissima a tanti, al punto da smuovere nel corso del tempo le poetesse venafrane, su tutte Anna Pirolli con la sua “Chi bev’ all’ Quatt’ Cannell’, c’ resta cuott’ ch’ la pacchianella”, cioè s’innamora della giovane venafrana.

Così come gl’indimenticabili detti popolari, tra cui il notorio “Se vuoi diventare venafrano verace, devi bere alla terza cannella !”. Solo che le cannelle -ossia le bocche di uscita dell’acqua- sono quattro, per cui non si sa bene se -oggi, come ieri …- prendere a contare da destra o da sinistra ! E qui risate e divertimento a non finire dei nostri avi, così come dei contemporanei ! “Quattro Cannelle” quindi storia verace e schietta venafrana, dal che l’idea di celebrarne il 130° della realizzazione con opportune iniziative sociali. Al riguardo è bene ricordare quanto venne posto in essere per il 110° della onte nel 2003. Si attivò all’epoca il Comune di Venafro con scoprimento e benedizione d’iscrizione marmorea affissa a lato della fonte, celebrazione religiosa del Parroco Don Salvatore Rinaldi, festa popolare e a sera spettacolo musicale folk ; il tutto giusto di fronte alle “Quattro Cannelle” e con tantissima partecipazione popolare e delle istituzioni locali.

Nella circostanza ci fu anche il tuttora inspiegabile furto della predetta iscrizione marmorea, che sconosciuti smurarono e portarono via nottetempo, per motivi rimasti sconosciuti ! Nelle settimane successive dal Comune di Venafro si fece comunque realizzare una nuova iscrizione, diversa nella forma ma nel contenuto identica alla prima, tornando a fissarla in alto a destra sulla fonte. Nelle settimane successive però la stranezza … : il ritrovamento di quella rubata, che i ladri -evidentemente pentiti …- fecero rinvenire nei pressi del deposito comunale in Via Mulino e che il Comune tornò a riposizionare, però giusto accanto alla seconda realizzata ex novo! Ed oggi ecco le due iscrizioni dal contenuto simile, una accanto all’altra ! Sarebbe perciò opportuno rimuoverne una, evitando commenti vari da parte di ospiti, forestieri e visitatori ! “Quattro Cannelle” comunque importantissime per i venafrani, dal che l’opportunità di celebrarne degnamente il 130° della sua realizzazione.

Si attiverà ancora una volta il Comune come avvenne nel 2003 per il primo 110° della storica fonte o vi provvederanno per il 130° le associazioni e i movimenti popolari della città ? A prescindere, l’importante è ricordare. Ed allora spazio ad istituzioni o volenterosi purché si celebri l’importante ricorrenza.