A Monteroduni la mandorla diventa la regina della tavola

17 Settembre 2023 0 Di

 

 

di Redazione

(PressMoliLaz) Monteroduni (IS), 17 set 23 Circa la I^ Festa del Raccolto delle Mandorle appena tenutasi a Monteroduni con convegno, illustrazioni e percorsi degustativi di piatti a base di mandorle a cura di chef e pasticcieri molisani riceviamo il contributo del giornalista Maurizio Varriano, tra i presenti all’evento, che di seguito viene pubblicato : “Presagire qualcosa è sempre complicato e mai decisamente profezia. Il giorno è fatto di pensieri, azioni, condizioni e condizionamenti. Spesso e volentieri il successo di un evento è nell’intenzione e nella costruzione, senza né padri e né padroni.

Si finge il sorriso spensierato che non cela mai del tutto quello che racchiude l’emotività di chi crede in ciò che fa, che propone, che mette in campo. Per fortuna l’amicizia e la sensibilità di un “macchinista” dai principi sani e dai fronzoli meno che mai artefatti, fanno grande, non solo una realtà industriale dal sapore artigianale, ma soprattutto chi governa il tutto nella semplicità di una intera famiglia che investe in soddisfacente amicizia e motivante collaborazione. Questa è la filosofia di una realtà consolidata che trovasi in agro di Monteroduni, in Molise, e che porta al petto una medaglia che difficilmente è posta corona in capo ad un uomo solo al comando.

Il confettificio Papa nel tempo si ingrandisce e bandisce senza sé e senza ma, la tipica ed atavica resistenza al sorriso imprenditoriale di molti molisani. Oggi “Dolceamaro srl” non nasconde ambizioni, passioni, progetti e cresce nel segno della collaborazione, dell’armonioso senso del dovere che in famiglia diventa semplicemente un piacere. Il fischiettio mattutino delle maestranze, dimostra che Olivetti aveva decisamente ragione. Lo star bene è sinonimo di produttività ma soprattutto di attaccamento alla “fabbrica”.

La famiglia Papa manifesta ringraziamento ad un territorio che lo ha ospitato e che, credendo nelle azioni contenute nel progetto in atto, ha posto le basi per un lavoro globale senza eguali. “L’emozione e il costante rapporto che ci lega, non solo a Monteroduni ma a tutto il Molise, è la cosa che ci gratifica di più e ci consente di essere coscienti del valore di esso e di ogni suo cittadino. Sono strafelice di essere a dirvi ciò e il ringraziamento non è un dovere ma un caloroso e mai troppo amore per tutti voi”.

Parole che trasferiscono emozioni, quelle di Claudio Papa in apertura della grande festa organizzata con la Coldiretti, di cui Presidente regionale, e che vede il piazzale della sua azienda, riempirsi di gente accorsa per degustare piatti della tradizione e gustosissimi piatti innovativi a base di mandorla. La storia ci racconta che mentre tutti abbandonavano la terra, un uomo ebbe a scommettere su un alberello del suo fondo. L’alberello non si contenne e nel fiorire candidi spicchi di luce bianchi, donò al mondo frutto e di quello migliore. Ma la fantasia è fine al sogno e dal sogno ci si sveglia sempre con un pizzico di malinconia, se bello e sensazionale. Per questo prima della festa è stato necessario tornare con i piedi per terra e convenire che strategia e marketing, se non supportate da studio e ricerca, tutto può convenirsi in passaggi in ombra, come scriveva Mariateresa Di Lascia. Claudio Papa, Cristina Messia, Aniello Arcolesse, Sebastiano Delfine, Mario Stasi, moderati da Cesare Scalabrino, i traghettatori verso l’imponderabile condizione di fantastica essenza del gusto.

Qui in gioco son entrati subito calibri da novanta della cucina molisana. Adriano Cozzolino con i suoi fritti, Stefano Rufo con una deliziosa composizione fatta di salume adornato con salsa, mandorla e frutti di bosco. Poi pollo arricchito dal sapore del lardo di colonnata farcito con lattuga, carota fondente in bella vista dettata da un tortino con salsa di pecorino tutto sposato senza anelli con patate e succo di mandorla, preparato con dovizia e suggestione scenica da Marco D’Uva. Non poteva mancare la pasta la molisana che preparata con un trito di mandorla aromatizzata al limone si è vista mantecare con fonduta di caciocavallo di Agnone dal giovane Lombardi Diego, già una realtà in campo culinario.

La tradizione non poteva che distinguersi grazie alla pasta fatta in casa da Felice Amicone da Capracotta, agrichef, accompagnata da fagioli di montagna pari a diamanti sparsi in piatti fumanti. La serata è un fiume di emozioni e bontà che grazie alla musica del trio blues guidato da Lino Rufo ( non sono mancati momenti di grande empatia e suggestione ), ha accompagnato i presenti a degustare vini di razza come lo spumante “Ops Consiva” della Cantina Valerio, il bianco e rosato Clivia e lo spumante brut della cantina San Zenone, sino ad arrivare ad i dolci alla mandorla per l’occasione preparati dal Forno pluripremiato  “Ricci” di Montaquila. “Se fosse per me ne andrei lontano” canta una canzone di Shiva, e lontano sono andati i fantastici ragazzi dell’ I.P.S.E.O.A. di Vinchiaturo che hanno reso semplice con il loro servigio, una serata complicata per mole di numeri e di qualità.

La serata nel terminare in musica grazie alla “disco” di una bravissima DJ ha determinato un concetto che sempre vivo non consente pause di riflessione: l’amicizia condivisa. Centinaia di persone con la loro presenza, hanno condizionato emotivamente ogni minuto e contribuito a quella felicità che spesso lasciamo nei cassetti ma che se ritrovata non consentirà più a nessuno di farne concetto di “stasi emotiva”. Il Rettore Rossella Gianfagna, accompagnata da amici in tour in Molise, ha manifestato la sua intenzione di sdemanializzare la dormienza. Così la mandorla è stata protagonista di una vera e propria incipiente fase di avanzamento verso un nuovo modo di concepire l’Amore per un territorio che forma e non danneggia il compromesso tra Vita e Morte. Se essere è la consuetudine positiva, il non essere può condurre alla riflessione.  Da essa e solo da essa, può conformarsi il concetto più semplice ma a volte dimenticato : La Vita è Bella! Per tutto ciò il ringraziamento a chi è stato presente è semplicemente un sincero ma prudenziale appannaggio all’arrivederci!”.