Stilato il rendiconto sociale INPS Molise anno 2022

16 Novembre 2023 0 Di

 

 

(PressMoliLaz) Campobasso, 16 nov 23 Utilissima l’illustrazione pubblica del bilancio sociale INPS sul Molise per l’anno 2022, tenutasi stamane a Campobasso.
Di un’efficacia comunicativa straordinaria il video prodotto dagli studenti del Liceo scientifico Romita di Campobasso, dove si denuncia la condotta di padroni e padroncini che ricattano i giovani imponendogli il lavoro nero, lasciandoli senza copertura pensionistica e infortunistica, senza diritti elementari, oltre che illustrare i vari ammortizzatori sociali a cui si ha diritto.
Nel decennio 2011-2021 il Molise passa da circa 313 mila a circa 292 mila abitanti (calo alleviato solo da circa 5 mila immigrati a fronte di un flusso di circa 6 mila emigrati).
Diminuiscono di circa 3 mila gli occupati e di circa 5 mila quelli in cerca di occupazione.
Su circa 43 mila giovani (tra i 15 e i 29 anni), circa 9 mila non risultano in cerca di occupazione, né studiano (con media vicina a quelle meridionali afflitte da tale fenomeno).
Le domande di disoccupazione sono in forte aumento: nel 2022 sono 11.446 (+1.904), le ore di cassa integrazione in aumento rispetto al 2019 (da 1 milione 126 mila a 1 milione 592 mila) .
La sussistenza del reddito e pensione di cittadinanza vede nel 2022 domande accolte per 5.475 famiglie molisane che avevano vista un po’ lenita la condizione di miseria, molte delle quali (non disabili, under 60) l’hanno però perso dall’agosto scorso in attesa dell’elemosina inferiore, peraltro temporanea, legata ai fantomatici corsi promessi e non attivati, ad opera dal nefasto governo post fascista odiatore dei poveri.
Le pensioni sono 90.271 con importo medio mensile lordo di 1.793 euro per i maschi e 1.269 euro per le donne; inferiori dunque alla media nazionale di 2.019 euro per i maschi e 1.310 per le donne: per le masse popolari molisane, dunque, pensioni ancor più misere della già misera media nazionale, e per le donne penalizzazioni ancora più aspre.
La docente Unimol ha illustrato come la speranza di vita cresca con il crescere del livello di istruzione anche nel Molise, varia geograficamente (il Molise con 84,3 per le donne e 78,7 per gli uomini è tra le peggiori, insieme a Sicilia e Campania); si conferma che essa rimane maggiore per le donne.
Le conclusioni di Ghiselli Presidente del CIV INPS hanno messo in risalto lo scenario drammatico del “sistema contributivo” per le nuove generazioni anche molisane: pensioni ancora più da fame, con l’ulteriore penalizzazione dovuta alla espansione del precariato, del part time involontario e dei salari bassi, tanto più per le donne.
Ha richiamato l’osservazione della docente UNIMOL: la speranza di vita che penalizza tutti i lavoratori indiscriminatamente, non tiene conto che essa è diversa in base al tipo di lavoro ed alla condizione lavorativa e socio-economica, per cui quanto meno andrebbe adattato in meglio per chi ha condizioni peggiori.
Osservando peraltro che i dati dell’occupazione sono irreali, perché si considera tale anche il lavoro precario o part time a salario da fame.
Infine si è riconosciuto come le lavoratrici ed i lavoratori dell’INPS, anche nel Molise, soprattutto nel periodo pandemico, pure utilizzando mezzi propri, sono riusciti a garantire decine di migliaia di prestazioni (milioni a livello nazionale) nonostante sotto organico,

Di fronte a tutto questo, sono apparsi patetici gli interventi del governatore Ruberti, del Presidente del consiglio Pallante, e dell’assessore Cefaratti: tutto hanno detto tranne che riconoscere come il loro Governo post fascista Meloni-Salvini sta persino aggravando questo scenario sociale drammatico, togliendo il tozzo di pane del RDC a migliaia di molisani e milioni di poveracci in Italia, proponendo il peggioramento della già nefasta Fornero (dopo che un lestofante ministro leghista aveva ingannato gli elettori promettendo di toglierla) e aumenti dell’età pensionabile con ulteriore taglio al calcolo della pensione.
Con l’aggravante di aver impedito la legge sul salario minimo, che per noi di deve essere almeno 12 euro.
Nel mentre regala miliardi agli evasori grandi e piccoli, sperpera miliardi per cose inutili come il ponte di Messina (o decine di milioni milioni per il nostro inutile “lotto zero” ), non prende gli oltre 80 miliardi di extraprofitti speculativi delle multinazionali energetiche e delle banche degli ultimi due anni che invece protegge, attacca il diritto di sciopero con atto senza precedenti.
La realtà che è emersa da questo incontro è chiara: il sistema capitalistico, qualunque sia il governo, post fascista o di “centrosinistra”, non è in grado di risolvere i problemi che esso stesso crea, non ha nulla da offrire né al presente né al futuro delle nuove generazioni, se non precarietà, miserie e guerre.
Una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco, la cancellazione del debito pubblico verso i banchieri con nazionalizzazione senza indennizzo del sistema bancario, il recupero dell’evasione di 120 miliardi, tanto per citare alcuni esempi, libererebbero enormi risorse per le esigenze della popolazione, incluso il ritorno al sistema pensionistico retributivo (minimo 80% dello stipendio ultimo dopo 35-40 anni di lavoro), abolendo il sistema contributivo e l’assurdo meccanismo della speranza di vita per cui il lavoratore viene punito se campa di più.
Ma loro continuano a tagliare sanità previdenza, servizi essenziali, salari e occupazione ed a rubare futuro ai giovani: fino a dove potranno spingersi ?
Solo un governo dei lavoratori potrà assumere questi provvedimenti e ribaltare la dittatura della minoranza di capitalisti e banchieri, con la loro orribile prospettiva della barbarie senza uscita, aprendo la strada ad una riorganizzazione l’economia e della società sulle nuove basi socialiste e della democrazia dei lavoratori.