No alla disdetta del CCNL telecomunicazioni

17 Maggio 2024 0 Di

 

 

(PressMoliLaz) 17 Mag 24 In data 28/04/2024 ASSOCONTACT ha formalizzato la scelta di abbandonare, a partire dal 1° agosto 2024, l’applicazione del CCNL TLC da parte delle imprese associate, attribuendo allo stesso contratto l’incapacità di dare adeguate risposte alle specifiche esigenze delle imprese citate in temi di flessibilità e resilienza delle aziende, di misure a vantaggio dell’employability e dei salari dei professionisti del customer management e della customer experience nonché sulla sicurezza, qualità e produttività del lavoro e dei luoghi di lavoro.

Le motivazioni addotte da ASSOCONTACT in merito a tale scelta sono tuttavia palesemente prive di fondamento, e celano l’ ennesimo tentativo di dumping contrattuale con evidente nocumento a danno dei diritti e delle tutele economiche e legali dei lavoratori del settore, dei quali una percentuale elevata è formata da donne.

Il ccnl delle Telecomunicazioni e la piattaforma unitaria di rinnovo rappresentano infatti un contratto moderno in linea con un futuro più digitale e favoriscono un equo rapporto vita – lavoro, un recupero dei salari tramite passaggi di livello ed un appropriato aumento salariale oltre alla revisione oraria per i PT involontari.

A seguito della suddetta comunicazione da parte di ASSOCONTACT sono cominciate le disdette di numerose aziende tra le quali alcune con sedi nelle nostre regioni che, in maniera forviante e faziosa e con comunicazioni aziendali, stanno cercando di tranquillizzare lavoratrici e lavoratori sull’efficacia di tale percorso e sulla tenuta del lavoro e dell’occupazione, ma appare evidente come l’obbiettivo da raggiungere sia quello di tagliare salari e diritti conquistati con lotte e fatiche di tutti i lavoratori del settore, comprimere il costo del lavoro, muoversi su logiche di massima flessibilità oraria tagliando i principi di conciliazione vita lavoro su cui fondano numerose normative tuttora vigenti tra le quali assumono particolare rilievo quelle poste a tutela della maternità e della paternità (organicamente disciplinate dal D.Lgs. n. 151/2001), quelle per l’assistenza dei soggetti con disabilità (previste principalmente dalla legge n. 104/1992), quelle per il lavoro agile, disciplinato dalla Legge n. 81/2017 e quelle di trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, ai sensi del D.Lgs. n. 81/2015.

Ora più che mai è necessario un pieno coinvolgimento a tutti i livelli territoriali, confederali ed istituzionali, di tutti gli stakeholders del settore incluse le committenze pubbliche e private per porre fine a tutte le anomalie insite nel settore dei call center, anche tramite l’emanazione di una normativa specifica che tuteli i lavoratori di quello che è stato definito uno dei settori strategici del paese, tanto da essere incluso quale attività produttiva essenziale nel decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6 (misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19)

Per tali ragioni sono stati avviati percorsi assembleari e mobilitazioni da realizzare a sostegno delle rivendicazioni sindacali come da stato di agitazione proclamato dalle Segreterie Nazionali delle scriventi OO.SS