Sequestrati beni per un valore di circa 1,8 milioni di euro a organizzazione criminale a base parentale

23 Marzo 2024 0 Di

 

 

(PressMoliLaz) Roma, 23 Mar 24 La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno eseguito il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca a Roma e in Provincia.

La proposta del provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca è stata formulata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica di Roma e dal Questore di Roma, nell’ambito di un’operazione convenzionalmente denominata “Gialla e Nera”, ed è stato emesso ai sensi della normativa antimafia dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione.

L’attività odierna rientra nell’ambito della strategia di contrasto all’accumulazione dei patrimoni di origine illecita, con la duplice finalità di disarticolare in maniera radicale le organizzazioni criminali mediante la sottrazione delle ricchezze e di liberare l’economia legale dalle infiltrazioni della criminalità, consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza.

Il provvedimento, eseguito dagli uomini della Divisione Anticrimine della Questura di Roma e del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Roma, nei confronti di esponenti di un’organizzazione criminale a base parentale, di etnia rom, stabilmente dedita a delitti contro la fede pubblica ed il patrimonio, quali furti e rapine in abitazioni, in diverse località del territorio nazionale, truffe ai danni di anziani anche tramite piattaforme di annunci online, riciclaggio di veicoli di lusso ed altre attività delittuose, prevede il sequestro della totalità delle quote sociali di 2 compagini e di un’impresa individuale con relativi complessi aziendali, operanti in Roma, nel commercio di veicoli e bar, nonché di 4 immobili – tra cui una villa di note dimensioni, già adibita a camera ardente per la salma del giovane deceduto, siti in Tivoli (RM); polizze di pegno, disponibilità finanziarie e 6 autovetture di elevato valore economico, quali una Porsche Cayenne, una Mercedes AMG A45 S ed una Lamborghini Gallardo. Quest’ultimo veicolo, attualmente, nella formale titolarità di un esponente di altro clan collegato, anch’egli di origine sinti e tratto in arresto nell’ambito di un recente omicidio che è costato la vita ad un giovane minorenne. Il valore complessivo dei beni in sequestro ammonta a circa 1,8 milioni di euro.

Due dei proposti, pur essendo certamente fratelli, riportano cognomi differenti in quanto il loro padre, dagli anni ’70 del secolo scorso e fino al primo decennio del XXI secolo, obbligava italiani a riconoscere la paternità dei figli dei componenti della banda, nati dall’unione di persone dell’ex Jugoslavia, affinché i bambini risultassero cittadini italiani, permettendo alle madri di richiedere i permessi di soggiorno per i ricongiungimenti familiari. I soggetti, rimasti illegalmente nel territorio italiano, grazie a documenti che ne attestavano falsamente la cittadinanza, si sono stabiliti prima nel basso Lazio e, successivamente, si sono insediati nella Capitale suddividendosi gli affari illeciti con altro clan sinti collegato. Quest’ultimo, si dedicava prevalentemente al traffico di sostanze stupefacenti, mentre quello a cui appartengono i proposti a furti e rapine in tutta Italia ed alla fabbricazione di documenti falsi per circolare liberamente in Europa, con la possibilità di godere dei beni illeciti attraverso le fittizie intestazioni. Altra attività criminale, di rilievo transnazionale, appannaggio del clan, è il riciclaggio e la ricettazione di automobili di grossa cilindrata, provenienti dall’Italia e rivendute in vari Paesi europei e in Arabia. Le plurime indagini condotte nei confronti dei proposti hanno evidenziato, con riguardo ai furti, alle truffe ed alle rapine in appartamenti, l’organizzazione di vere e proprie trasferte criminali – con noleggio di autovetture mediante l’esibizione di documenti falsi – soprattutto verso piccoli centri abitati della Calabria, della Basilicata e della Sicilia.

Luoghi in cui, perlopiù le donne del gruppo, si introducevano indebitamente nelle abitazioni di persone anziane approfittando della momentanea distrazione delle stesse, ovvero utilizzando scuse e stratagemmi di varia natura, costituiti, quasi sempre, dal fingere che una di esse era in stato di gravidanza ed aveva bisogno di utilizzare il bagno. A questo punto, mentre alcune malviventi, nel frattempo sopraggiunte, accerchiavano la vittima, altri complici si introducevano all’interno dell’appartamento per sottrarre oggetti preziosi, denaro, carte bancomat, carte di prelievo dei libretti postali, con i relativi Pin. Conseguentemente, si allontanavano dal luogo del furto dirigendosi verso altri centri abitati ove effettuavano prelievi di contante dagli sportelli Bancomat, utilizzando le Carte indebitamente sottratte alle persone offese.

Con riguardo, invece, alle truffe informatiche, le vittime, dopo aver pubblicato annunci di articoli in vendita sulla piattaforma e-commerce subito.it, venivano contattate da finti acquirenti, i quali proponevano loro, come modalità di pagamento, il c.d. prelievo S.O.S. (Servizio che in una situazione di emergenza permette ai correntisti di autorizzare soggetti terzi al prelievo di contante presso gli ATM) e le convincevano a recarsi presso ATM di alcuni Istituti di credito per ricevere l’accredito della somma pattuita. Una volta inserita la propria carta i malcapitati venivano istruiti telefonicamente a compiere alcune procedure, a seguito delle quali, anzichè ricevere denaro venivano indotti a ricaricare le carte dei criminali.

Il Tribunale ha considerato socialmente pericolosi due membri del gruppo, in base alla loro capacità di accumulare proventi illeciti e reinvestirli in attività commerciali e beni di lusso, nonostante la mancanza di redditi dichiarati compatibili con il loro tenore di vita.

L’azione congiunta della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza ha evidenziato l’importanza della collaborazione interforze nel contrasto alla criminalità organizzata.