” Sciusc’ e p’ sciusc’ “, tipicita’ venafrana per accogliere l’anno nuovo

1 Gennaio 2024 0 Di

 

 

(PressMoliLaz) Venafro (IS), 02 gen 24 Chiusura nel solco della più pura, popolare e schietta tradizione locale a Venafro per augurare a tutti un 2024 alla grande, lasciando alle spalle le tante brutture internazionali e nazionali dell’anno appena trascorso. E quale espediente più utile allo scopo se non la tradizione, esempio puntuale di genuinità, cultura e saggezza popolare.

Perciò in Molise ed esattamente a Venafro fiato alle trombe, meglio alle ugole,  e spazio al lavoro di gomito di tante casalinghe, per lo più le anziane, al fine di approntare chili e chili di “ SCIUSC’ “, il rustico dell’ultimo dell’anno da gustare in tante case del centro storico e dei nuovi quartieri di pianura quale preciso e beneaugurante BENVENUTO AL NUOVO ANNO.

Gl’ingredienti di siffatti saporitissimi  “ SCIUSC’ “ ? Rametti di rosamarina, buccia di arancio e di mandarino immersi in acqua a bollire, quindi con la stessa acqua s’impasta la farina, sbattendola tantissimo prima di lasciarla a lievitare. Viene quindi approntata una pentola con tanto olio extravergine d’oliva a bollire e finalmente si prendono pezzi dell’impasto, arrotolandoli a forma di biscotto ed immergendoli a soffriggere nell’olio bollente, badando a girarli con rametto di ulivo perché non restino attaccati.

Signori, “ I’ SCIUSC’ “ è bello e pronto per essere mangiato e gustato a sazietà, tanto da rappresentare il pranzo dell’ultimo dell’anno prima del cenone della sera ! La tradizione venafrana di San Silvestro, ossia del 31 dicembre, non finisce però certo qui ! Dal primo pomeriggio infatti comitive di giovani ambosessi, muniti di attrezzi musicali di fortuna e di capiente sacco di juta, girano in lungo e in largo il centro storico intonando la tipica canzoncina in dialetto locale che fa “ SCIUSC’ E P’ SCIUSC’, RACCIE QUATT’ SCIUSC’, PRIEST’ E  CURREN’ CA AVEMMA I’ CANTANN’. E SE’ I’ SCIUSC’ NON AVETE, CI CALATE UNA BOTTIGLIA ALL’ONOR DELLA FAMIGLIA … ! SCIUSC’ PUATRO’ ! “.

Canzoncina di lode alla famiglia prescelta,  che s’intona in coro dinanzi le case, in attesa che l’uscio si apra e si possa entrare. A quel punto brindisi a volontà e tanti “ SCIUSC’ “ in regalo, quale ringraziamento per aver portato allegria, tessendo le lodi al padrone di casa e ai suoi familiari. “ I’ SCIUSC’ “ tutti mangiati all’istante ? Assolutamente no ! Una volta mangiatene a sazietà in decine di case, “ I SCIUSC’ “ eccedenti si ripongono nel sacco di juta assieme a qualche bottiglia di vino avuta in regalo per continuare il giro degli auguri e dividere poi il contenuto del sacco a fine serata prima di rientrare per il cenone di fine anno.

Tradizione bellissima ed assai genuina, quella de “ I SCIUSC’ “ venafrani, nel solco di un’abitudine popolare che resiste magnificamente al trascorrere del tempo mercé  la sua acclarata valenza ed importanza sociale.